lunedì 25 febbraio 2013

Decrescita=Disoccupazione?

Sfatiamo subito un mito, e cioè che all'aumento del PIL corrisponde sempre un aumento dell'occupazione. Infatti come ricorda Maurizio Pallante (presidente di MDF):
"Dagli anni '60 ad oggi il PIL è aumentato di quasi 4 volte, mentre l'occupazione in proporzione all'aumento della popolazione è diminuita!" (vedi l'articolo completo).

In effetti è proprio l'automazione dei processi produttivi, che aumentano l'efficienza di produzione diminuendo però la forza lavoro, che fa aumentare il PIL.
E ciò è ancora più vero per le grandi opere dove, per essere efficienti, il grosso del lavoro lo fanno le macchine.

Un esempio per tutti:
"La nuova galleria dei TAV in Val di Susa, ad esempio, consentirebbe di creare circa 6.000 nuovi posti di lavoro contro un investimento minimo (stimato) di 8,2 mld di euro, ovvero 0,73 nuovi posti per ogni milione di euro investito"(!).

Ora secondo Pallante si deve e si può fare meglio e diversamente:
"Bisogna solo cambiare le priorità e spendere il denaro in altro modo, partendo dalla consapevolezza che è conveniente per tutti investire a livello locale le poche risorse disponibili in molte migliaia di micro cantieri diffusi, piuttosto che in poche grandi opere infrastrutturali concentrate".

In particolare si dovrebbero attivare quelle che vengono definite come le tecnologie della decrescita cioè quelle tecnologie che, a parità di prestazioni, riducono i consumi di energia, i consumi di materie prime e i rifiuti da smaltire.

Si osservi infatti che "in uno studio della Safe, centro studi patrocinato anche dal Ministero dello Sviluppo Economico, si evidenzia come ogni milione di euro investiti in progetti di efficienza energetica produca, mediamente, 13 posti di lavoro locali, contro, come dicevamo i 0,73 indotti dalle sempre citate grandi opere".
(Tutti i testi citati sono tratti dall'articolo di Pallante)

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