venerdì 24 maggio 2013

Il "Pensiero Unico" in economia

In questa lunga video-intervista, realizzata da Elia Menta, l'avvocato ed economista Nando Ioppolo critica il modello economico dominante, che spesso viene definito con l'accezione negativa di Pensiero Unico.

Secondo Ioppolo, con l'espressione Pensiero Unico, si intende "un unico complesso di convinzioni circa il funzionamento del capitalismo che è assolutamente destituito del minimo fondamento fattuale e logico e pur tuttavia resta egemone ad ogni livello per esclusivo effetto della totale assenza nel panorama culturale mondiale di una sua vera confutazione".

In particolare secondo Wikipedia "fra gli assiomi del neo liberismo, che la critica al pensiero unico tende a contestare, si possono citare indicativamente:
- L'economia di stampo liberista (e la crescita illimitata) come scienza che governa la società. La politica e tutte le altre scelte culturali tendono ad essere assoggettate al potere economico.
- Il mercato come parametro principale che determina il successo o l'insuccesso di ogni attività umana in generale.
- Servizi, istruzione, sanità, ambiente e welfare affidati in gran parte all'iniziativa privata ed alla legge di mercato".

venerdì 3 maggio 2013

Le fondamenta della Decrescita

Il punto fondamentale, da cui prende le mosse la teoria della decrescita, è che non possiamo più permetterci di sprecare le nostre risorse naturali che, come ormai sappiamo, sono limitate e molte di esse purtroppo non sono rinnovabili.

Quindi tutti gli sprechi di tipo energetico, alimentare o ambientale vanno combattuti in modo da modificare le logiche di profitto del mercato attuale; si deve infatti considerare che a breve ci verrà presentato un conto salatissimo dal nostro pianeta per l'esaurimento delle risorse e dell'inquinamento dell'ambiente.

Facciamo un semplice esempio: analizziamo un tipico prodotto alimentare come il pesto genovese. Ebbene può capitare di trovarlo in vendita con il basilico che arriva dal Vietnam e l'aglio dalla Cina. E ciò accade perché il costo è inferiore a quello del pesto prodotto in Italia!

Tuttavia se considerassimo l'inquinamento generato dal trasporto intercontinentale, oltre al costo reale* del petrolio che a breve non sarà più disponibile, allora l'importazione di questo prodotto alimentare non sarebbe più conveniente.

È vero che tra non molto il mercato, per la legge economica della domanda e dell'offerta, farà salire il costo del petrolio in esaurimento e non renderà conveniente l'importazione di questo o di altri prodotti, ma a quel punto il danno ambientale (di cui l'economia del profitto non tiene mai conto) sarà irreversibile e le risorse perdute per sempre.

Se la logica di contenimento e di risparmio delle risorse naturali, sottesa a questo semplice esempio, prendesse piede nell'attuale economia, assisteremmo ad una naturale decrescita degli sprechi (e quindi del PIL) e ci renderemmo finalmente conto che non tutto si può ottenere in modo illimitato dando un più alto valore ai beni naturali; sicuramente un valore diverso da quello del prezzo di acquisto!

(*) Il mercato valuta il costo di una risorsa in funzione della domanda e della sua attuale disponibilità (oltre ad altri parametri speculativi); tuttavia non considera che tra pochi decenni quella risorsa non sarà più disponibile (senza considerare i danni ambientali che la sua estrazione e distribuzione avrà causato).