lunedì 28 gennaio 2013

La scelta Vegetariana

Ecco alcune brevi informazioni sul consumo di carne (tratte da Wikipedia); in particolare in relazione a:

Sostenibilità
- Costo energetico dell'allevamento: "[...] si può calcolare che con 1 kg di carne bovina una persona possa vivere un giorno, mentre con i 6 kg di cereali e soia consumati per produrla possa viverne sei" e inoltre "l'allevamento di bestiame genera quasi un quinto del gas serra mondiale, più dei trasporti";

Etica
- Fame e consumo di carne: "[...] nonostante la carne rappresenti solo il 15% della dieta totale degli abitanti del pianeta, per la sua produzione vengono utilizzate approssimativamente l'80% dei terreni agricoli"; per questo motivo "la comunità scientifica da anni studia il fenomeno e consiglia cambiamenti negli stili di vita, compresa la riduzione del consumo di carne";

Ambiente
- Ruolo del consumo di carne sull'effetto serra: "La comunità scientifica allerta sempre di più l'opinione pubblica sul fatto che l'attività agricola, specialmente l'allevamento, è responsabile di circa un quinto delle emissioni totali di gas-serra, contribuendo quindi ai cambiamenti climatici ed ai conseguenti effetti avversi sulla salute";

Salute
- Problemi di salute associati al consumo di carne: "Uno studio epidemiologico prospettico su oltre mezzo milione di persone ha associato al consumo di carni rosse e carni processate (insaccati, prosciutto, hamburger, carne in scatola, ecc.) un modesto incremento della mortalità in generale, ed in particolare per cancro e malattie cardiovascolari".

Si possono quindi facilmente comprendere le ragioni del vegetarismo:
"Si può seguire una dieta vegetariana per ragioni etiche, ambientali, salutistiche, politiche o religiose. Solitamente, chi è vegetariano lo è per una combinazione di queste ragioni. In particolare, il veganismo abbraccia una filosofia antispecista e non violenta (esemplificata ad esempio nella posizione di filosofi come Helmut Friedrich Kaplan) della quale la dieta vegana rappresenta solo un aspetto, e che ha importanti riflessi in campo sociale, politico ed economico" (vedi Wikipedia).

E ancor più si comprende come la scelta vegetariana sia completamente in linea con i propositi e le idee della decrescita economica, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità ambientale e sociale della crescita economica, che non può essere illimitata.

venerdì 18 gennaio 2013

Vivere in 5 con 5 euro al giorno??

Ecco un esempio concreto di decrescita felice.

Dal sito di Macrolibrarsi.it vi ripropongo questo video dove "Stefania Rossini, donna tuttofare, madre di tre figli, un solo stipendio (quello del marito, metalmeccanico) e un mutuo da pagare, ci indica una strada per risparmiare e vivere in modo più sobrio, ma con gioia":

venerdì 11 gennaio 2013

L'Economia Keynesiana

Riportiamo quanto affermato da Wikipedia: "L'economia keynesiana è una scuola di pensiero economica basata sulle idee di John Maynard Keynes, economista britannico vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo".

In particolare "Keynes ha spostato l'attenzione dell'economia dalla produzione di beni alla domanda"; secondo Keynes nei periodi di crisi è necessario "un intervento da parte dello Stato per incrementare la domanda globale, che a sua volta determina un aumento dei consumi, degli investimenti e dell'occupazione".

Inoltre "questa teoria si oppone alle conclusioni della cosiddetta economia neoclassica, sostenitrice della capacità del mercato di riequilibrare domanda e offerta".
(Per approfondimenti vedi Wikipedia).

Ma facciamo un esempio chiarificatore tratto dall'articolo di Massimo De Maio intitolato "Keynes, debito pubblico e autarchia":
"Ipotizziamo che il Governo italiano decida di incrementare la spesa pubblica di 1.000 milioni di euro [...] in stipendi pubblici, pensioni, sussidi, incentivi, o per essere trasferito a imprese per la realizzazione di opere pubbliche [...]".
Non importa chi sia il beneficiario "di questo incremento del proprio reddito, ciascun operatore economico deciderà cosa fare, cioè quanto spendere e quanto risparmiare".
Allora "ipotizziamo che la propensione a risparmiare dell'Italia sia, mediamente del 20% [...]" in questo caso "di quegli iniziali 1.000 milioni di euro, 800 milioni si trasformeranno in consumi che non ci sarebbero stati senza l'incremento della spesa dello Stato".

È a questo punto che si scatena l'effetto del moltiplicatore keynesiano.
Infatti "gli effetti dell'incremento della spesa statale non finiscono qui. Gli 800 milioni di euro immessi nel sistema economico attraverso i consumi generano un nuovo incremento del reddito complessivo degli italiani" (cioè l'80% di 800 milioni pari a 640 milioni di euro) e così via....

In definitiva, dopo un po' di tempo, l'incremento della spesa pubblica di 1.000 milioni di euro può generare una variazione del reddito nazionale che alla fine sarà di 5.000 milioni di euro!*

Purtroppo però questo effetto miracoloso non è più applicabile alla nostra economia:
"In economie di mercato che producono costantemente una quantità di merci superiore a quella che le persone possono acquistare, il sostegno statale all'economia attraverso un costante incremento della spesa pubblica diventa parte del sistema e il debito pubblico aumenta costantemente fino a uscire dal controllo dei decisori politici".
(Qui si può consultare l'intero articolo citato)

(*) Si può dimostrare che il moltiplicatore (in questo caso pari a 5) è dato dall'inverso della frazione della spesa pubblica risparmiata (in questo caso 1/5).