martedì 5 marzo 2013

Crescita o Decrescita: due opinioni!

Confrontiamo due differenti opinioni tratte dalla rubrica Lettere al direttore del giornale Avvenire (vedi il testo integrale della rubrica).

Luca Salvi, fondatore del circolo della Decrescita felice di Verona, scrive (riportiamo solo alcune citazioni):
"Secondo i dati ministeriali ufficiali, la nuova galleria del Tav consentirà di creare al massimo 6.000 nuovi posti di lavoro contro un investimento minimo di 8,2 miliardi di euro, ovvero 0,73 nuovi posti per ogni milione di euro investito".
"Si potrebbe fare diversamente e investire questo denaro in maniera più utile? Certamente sì! In uno studio dell’Enea del 2009 si propongono interventi di riqualificazione energetica in 15.000 scuole ed edifici pubblici, che attualmente spendono circa 1,8 miliardi di euro ogni anno in energia elettrica e termica. Con gli 8,2 miliardi previsti per il Tav si potrebbe ridurre del 20% il consumo di energia di questi edifici, pari a oltre 420 milioni di euro all’anno e si potrebbero creare almeno 150.000 nuovi posti di lavoro".

Il direttore risponde:
"Il suo ragionamento, caro dottor Salvi, è come al solito stimolante e, a mio giudizio, in parte apprezzabile. C’è un cantiere immenso che in Italia bisognerebbe decidersi ad aprire per riqualificare non solo sul piano energetico, ma anche sul piano urbanistico e ambientale grandi e piccole aree edificate e/o spopolate del nostro territorio nazionale".
"Sono però altrettanto convinto del fatto che le grandi reti e le grandi infrastrutture siano un essenziale strumento di sviluppo, non solo e non tanto per i posti di lavoro che assorbono nelle fasi realizzative, ma per il duraturo contributo che garantiscono al bene comune e per i rischi di isolamento e marginalizzazione che scongiurano nel contesto europeo e planetario".

Insomma due rispettabilissime opinioni che però devono essere valutate, al fine di fare una scelta tra esse, nel contesto socio-economico in cui ci troviamo.

In effetti l'opinione del direttore di Avvenire, comune a gran parte del mondo politico ed economico che ci governa, non tiene affatto conto della situazione di sprechi e di degrado ambientale in cui ci troviamo: non possiamo più permetterci il lusso di fare delle scelte che implichino sprechi di materie prime e inquinamento ambientale, la valutazione dell'impatto ambientale di un'opera pubblica è diventata determinante!

Come afferma Luca Salvi dobbiamo deciderci a "passare dalle grandi opere costose, inutili, inquinanti ed energivore alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale e alla salvaguardia del territorio dall’incuria, dal degrado e dal dissesto idrogeologico".

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