lunedì 10 dicembre 2012

Il Rapporto del Club di Roma

Ricordiamo subito che "il Club di Roma è una associazione non governativa, non-profit, di scienziati, economisti, uomini d'affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di stato di tutti e cinque i continenti" (vedi Wikipedia).

In particolare "la sua missione è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando i principali problemi che l'umanità si troverà ad affrontare, analizzandoli in un contesto mondiale e ricercando soluzioni alternative nei diversi scenari possibili".
(Per approfondimenti vedi Wikipedia)

Già nel lontano 1972 il Club di Roma commissionò al MIT (Massachusetts Institute of Technology) l'oramai diventato famoso Rapporto sui limiti dello sviluppo.

"In estrema sintesi, le conclusioni del rapporto sono:
  1. Se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato, i limiti dello sviluppo su questo pianeta saranno raggiunti in un momento imprecisato entro i prossimi cento anni. Il risultato più probabile sarà un declino improvviso ed incontrollabile della popolazione e della capacità industriale.

  2. È possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una condizione di stabilità ecologica ed economica, sostenibile anche nel lontano futuro. Lo stato di equilibrio globale dovrebbe essere progettato in modo che le necessità di ciascuna persona sulla terra siano soddisfatte, e ciascuno abbia uguali opportunità di realizzare il proprio potenziale umano".
    (Vedi Wikipedia)
È impressionante come a distanza di quaranta anni le conclusioni del punto (1) si stiano verificando con allarmante tempestività mentre quanto si auspicava nel punto (2) e in particolare la modificazione dei tassi di sviluppo, non sia ancora stata nemmeno lontanamente condivisa dalla nostra cultura economica votata alla crescita senza limiti.

Nessun commento:

Posta un commento